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Vorrei fare l'interprete, ma...
Thread poster: Amarena92 (X)
Amarena92 (X)
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May 12, 2012

Salve a tutti,

per prima cosa, vi chiedo scusa se posto un topic già affrontato in precedenza. Ho appena scoperto questo sito e mi sono iscritta da pochi minuti, non ho ancora ben chiaro come funziona.
Ho 19 anni e frequento il primo anno di Lingue, civiltà e scienze del linguaggio a Ca' Foscari. Qui studio inglese e tedesco. Se mi trovo qui a scrivervi, è perché nutro da sempre il desiderio di trasformare la mia sconfinata passione per le lingue nella mia futura professi
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Salve a tutti,

per prima cosa, vi chiedo scusa se posto un topic già affrontato in precedenza. Ho appena scoperto questo sito e mi sono iscritta da pochi minuti, non ho ancora ben chiaro come funziona.
Ho 19 anni e frequento il primo anno di Lingue, civiltà e scienze del linguaggio a Ca' Foscari. Qui studio inglese e tedesco. Se mi trovo qui a scrivervi, è perché nutro da sempre il desiderio di trasformare la mia sconfinata passione per le lingue nella mia futura professione. Vorrei diventare interprete e traduttrice. Per questo l'anno scorso tentai il test alla SSLMIT di Forlì in francese (lingua che adoro ma che ho deciso di lasciare momentaneamente per perfezionare le due che studio). Lo fallii, per 3 o 4 punti. Grande rabbia e senso di inferiorità. Mi iscrissi a Venezia, detestando questa facoltà che vedevo come un ripiego al mito che mi ero costruita sulla SSLMIT. Passano i mesi, supero gli esami. Mi ambiento e inizio ad adorare questa facoltà, così ricca dal punto di vista culturale ma anche così precisa dal punto di vista pragmatico. Mi sono innamorata di quello che studio, e di come lo studio qui a Venezia. Inizialmente mi iscrissi qui con il preciso intento di ritentare poi il test alla SSLMIT. Ora, informandomi bene, sono venuta a sapere che mi convaliderebbero poco o nulla (forse un esame di storia), e che dovrei pagare tasse altissime con criteri da secondo anno anche se mi iscrivo al primo. Ho lavorato duramente per questi esami e mi brucia vederli così ignorati, e inoltre le mie difficoltà economiche non mi permetterebbero un trasferimento così radicale verso Forlì, ma nemmeno verso Trieste. Così inizia a balenare in me l'idea di restare a Venezia.
Come vi ho detto, amo questa facoltà, ma ho il terrore che non mi permetta di realizzare il mio sogno. Sono soddisfatta perché trovo che il livello di insegnamento sia elevato, ma qui non ci insegnano a tradurre né a interpretare. Ci insegnano la lingua in sè. Perciò ora sono divisa, perché da un lato c'è il mio sogno che vedo realizzabile solo attraverso quella scuola, dall'altro ci sono le mie difficoltà economiche e materiali. Sono molto curiosa, precisa, non mi fermo mai a ciò che facciamo in classe ma mi esercito, traduco e cerco per conto mio. Amo leggere di tutto in varie lingue perché arricchisco il mio vocabolario e le mie competenze. Però temo che non sia abbastanza. So che i laureati interpreti e traduttori vantano un livello elevatissimo e precise competenze nel campo della traduzione, che sono necessarie per essere ammessi alla magistrale. Come posso io pretendere di essere ammessa? Quello che vi chiedo è: è necessario un titolo alla SSLMIT per diventare ottimi interpreti? Posso anche io, con una semplice laurea in lingue e magari una buona specializzazione, aspirare a questa professione? Sento ovunque dire che una "stupida" laurea in lingue è obsoleta, che non siamo all'altezza. Dal momento che non mi potrei permettere quella scuola nel caso venissi ammessa, devo per forza rinunciare o preparami ad anni di sgomitate per arrivare da qualche parte? E poi, con una carriera accademica come la mia, cioè non in mediazione linguistica, potrei comunque aspirare alle istituzioni europee? Non che sia il mio unico obiettivo, ma visto che ci sono chiedo.
Non vi scrivo con rassegnazione, ma con la voglia nel cuore di fare bene e diventare migliore. Ciò che sento in giro purtroppo mi demoralizza. Per questo spero di non essere proprio sulla strada sbagliata. Posso farcela anch'io? Lo chiedo a voi esperti.

Perdonatemi per la prolissità, prometto che sarò più sintetica in futuro.
Grazie in ogni caso!

Amarena
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María José Iglesias
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Cara Amarena, May 13, 2012

intanto ti do subito il mio benvenuto qui.

Sono molti anni che esercito la professione di traduttore. Nel 1984 ho accettato il primo lavoro di traduzione remunerato. Sono passati 28 anni da allora.
Quando ho iniziato io l'Università, pur sentendo questa inclinazione al lavoro di traduttore, non esisteva nel mio Paese la facoltà di traduzione e mi sono laureata in filosofia. Per dirla tutta, a 18 anni non ero matura come te; avevo un sacco di interessi e non sapevo ancora ben
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intanto ti do subito il mio benvenuto qui.

Sono molti anni che esercito la professione di traduttore. Nel 1984 ho accettato il primo lavoro di traduzione remunerato. Sono passati 28 anni da allora.
Quando ho iniziato io l'Università, pur sentendo questa inclinazione al lavoro di traduttore, non esisteva nel mio Paese la facoltà di traduzione e mi sono laureata in filosofia. Per dirla tutta, a 18 anni non ero matura come te; avevo un sacco di interessi e non sapevo ancora bene cosa avrei voluto fare nella vita. Mi piaceva la medicina, la filosofia, il diritto e la traduzione.
Ciononostante, ancora nell’ultimo anno prima della laurea, ho iniziato con piccoli lavori per una casa editrice in un settore che poi non si è rivelato quello in cui ho lavorato maggiormente negli anni seguenti come professionista.
Insomma, nonostante non abbia una laurea in traduzione mi sono fatta le ossa nella professione, con sforzo e volontà ma senza tanti intoppi insuperabili. Tutt’ora vivo di questo lavoro a tempo pieno (anzi strapieno!).

Ti parlo ora, a 28 anni dalla laurea e dopo moltissimi anni di lavoro come traduttrice, come titolare di un centro di traduzioni in Italia.

Posso assicurarti che ai committenti del traduttore freelance, siano essi agenzie o clienti diretti, in Italia come all'estero, non importa minimamente dove ti sei laureata. Ai tuoi potenziali clienti non importa neanche più di tanto che tu sia laureata in lingue, in traduzione o in qualsiasi altra disciplina. L'importante per loro è che tu sia una professionista, in grado di tradurre bene e con le competenze necessarie nell’ambito in cui dopo ti vorrai specializzare. Dimostrare di essere in grado è importante e conta infinitamente di più che essersi laureati a Trieste, a Forlì, a Venezia o in qualsiasi altro ateneo. Tieni presente che se poi resterai in Italia, i tuoi clienti saranno per lo più clienti stranieri. Pensi che a loro dica qualcosa il nome della tua Università? Neanche lo guardano!

Quindi, coraggio! È raro trovare ragazzi di 19 anni con la passione e l’interesse che tu dimostri. Mi sembra che tu abbia una maturità che non è solita alla tua età.
Sono quindi sicura che saprai approfittare di questa tua curiosità; se ne farai tesoro di questo e altri talenti che sicuramente hai potrai vivere in futuro, anche molto bene, di questa professione.
Non ti avvilire e vai avanti con determinatezza e senza complesso di inferiorità. Se ti trovi bene in questa tua facoltà, non cambiare. Vedrai che il tuo sogno lo realizzerai lo stesso se dimostrerai talento (non solo per le lingue o per tradurre, ma anche per gestire un’attività in proprio). Per l’interpretariato, cerca di fare più pratica che puoi in questi anni, anche per conto tuo. La tecnica la puoi acquisire nel tempo a forza di lavorarci sopra con impegno. Imparerai con l’esperienza quello che non avrai letto nei libri.

Devo dire che nel tuo intervento ho anche apprezzato la tua umiltà (non è molto abituale trovarla), ma non lasciare che questa tua modestia ti tagli fuori a priori! Umiltà e determinatezza camminano di pari passo in questa e in qualsiasi altra professione.

A presto!

María José Iglesias


[Modificato alle 2012-05-13 10:39 GMT]
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Paola Dossan
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My two cents... May 14, 2012

Ciao Amarena,
anche da parte mia, benvenuta su proz.

Condivido appieno quello che Maria Josè ti dice sulla possibilità di diventare una traduttrice con tanta pratica e buona volontà. Purtroppo lo stesso non si può dire per il segmento interpretariato di questa professione.
Parlo da interprete, con studi in interpretazione di conferenza a Milano, socia AITI: per fare l'interprete non puoi imparare sul campo, nemmeno se tu volessi diventare "solo" trattativista. Per fa
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Ciao Amarena,
anche da parte mia, benvenuta su proz.

Condivido appieno quello che Maria Josè ti dice sulla possibilità di diventare una traduttrice con tanta pratica e buona volontà. Purtroppo lo stesso non si può dire per il segmento interpretariato di questa professione.
Parlo da interprete, con studi in interpretazione di conferenza a Milano, socia AITI: per fare l'interprete non puoi imparare sul campo, nemmeno se tu volessi diventare "solo" trattativista. Per fare questo mestiere devi affrontare un percorso specifico che ti prepari alle tecniche dell'interpretazione simultanea e consecutiva. Ne vedo troppi di sedicenti interpreti che, con una laurea in lingue, magari conseguita con un 110 e lode, pensano di sapere perfettamente cosa e come fare: peccato che non sia assolutamente vero.
Per dirla tutta, c'è in atto una vera e propria lotta contro chi si spaccia per interprete, ma non ne ha i requisiti, quindi eviterei davvero di pensare a questo percorso professionale senza averne le reali competenze.
D'altro canto, non vedo motivo per cui, al termine dei tuoi studi e con la tua laurea in mano, tu non possa accedere a una Laurea Magistrale: il principio di base (per lo meno alla Magistrale dove io insegno a Milano) è che l'insegnamento tecnico deve partire da zero, come se nessuno degli studenti del primo anno abbiamo un background in mediazione linguistica. Se la tua competenza linguistica è al livello requisito, nulla vieta che tu possa essere ammessa.
Il mio suggerimento, in sostanza, è di continuare a coltivare l'aspetto linguistico in vista di un perfezionamento dei tuoi studi all'interno di un corso di laurea magistrale specializzato.
Naturalmente ritieniti libera di contattarmi al mio indirizzo di posta elettronica privato se vorrai altre informazioni o se vuoi continuare il discorso in forma privata.
Buon pomeriggio.
Paola
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María José Iglesias
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Che poco carino... May 14, 2012

... mi sembra quando si perde tempo a dare il proprio contributo (soprattutto quando si vuole tirare su la persona come in questo caso) e poi, senza nemmeno un grazie la persona cancella il profilo.


Amen

María José


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Sono d'accordo con María José May 14, 2012

Succede sempre più spesso che non si riceva neanche un misero ringraziamento ai contributi che scriviamo. È successo anche a me ultimamente e infatti ormai evito di rispondere, anche perché la maggior parte degli argomenti sono stati trattati e ritrattati.

Magdalena Legerska Brighetti
 
Angie Garbarino
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Non è detto che sia ingratitudine May 15, 2012

A volte i nuovi che non sanno bene come usare il sito cancellano il profilo per aprirne un altro magari con il nome intero o altri dettagli diversi, lo dico perché ultimamente mi è capitato di spiegare che i profili si possono modificare senza bisogno di cancellare e di aprirne uno nuovo.

Potrebbe anche essere questo il caso, chi lo sa?

Angie


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Fatto sta... May 15, 2012

...che spesso e volentieri non si ringrazia più, come se fosse una di quelle abitudini ormai appartenenti al secolo scorso (proprio come me e Maria)

 
MariachiaraG (X)
MariachiaraG (X)
Eccomi! May 16, 2012

Sono io, Amarena, la creatrice del post. Non so nemmeno io come ho fatto a cancellare il profilo, confermo quanto scritto da Prof. Angie. Mi dispiace molto se avete pensato che questa discussione non fosse importante, in realtà lo è moltissimo, eccome! Ho provato ad entrare con il profilo Amarena ma non sono riuscita, così ne ho creato un altro con il mio vero nome. Poco male, così potete chiamarmi senza quello stupido nick Di... See more
Sono io, Amarena, la creatrice del post. Non so nemmeno io come ho fatto a cancellare il profilo, confermo quanto scritto da Prof. Angie. Mi dispiace molto se avete pensato che questa discussione non fosse importante, in realtà lo è moltissimo, eccome! Ho provato ad entrare con il profilo Amarena ma non sono riuscita, così ne ho creato un altro con il mio vero nome. Poco male, così potete chiamarmi senza quello stupido nick Di nuovo mi scuso, non volevo. Tengo molto al parere di voi professionisti. Eccomi, spero di non combinare altri guai

Veniamo ora alla questione che avevo posto. Non so come ringraziarvi per i consigli. Mi interessa molto il mondo della traduzione, e un po' ci provo per conto mio con articoli di giornale. Mi rendo conto proprio provandoci di quanto sia necessario uno studio approfondito delle tecniche ma anche della materia. Mi pongo sempre molti problemi per il mio tipo di studio, poco pratico rispetto a quello di mediazione linguistica. Voi sapreste consigliarmi qualche tecnica per migliorare le mie competenze linguistiche? Guardo film in lingua, leggo quotidiani e qualche libro in lingua, cose così... ma di più non so che fare. Esercizi specifici forse? Di che tipo?
C'è una cosa che un po' mi spaventa di questo mestiere... l'idea di lavorare in proprio. Diventare cioè manager di se stessi, anche economicamente! Cavolo, come si fa a imparare? E se ci si sbaglia? :S Mi sembra rischioso!
Ho visto delle bellissime specialistiche in interpretariato in Germania. Studio il tedesco e mi piacerebbe tanto studiare lì. Ma mi sembrano così irraggiungibili... Penso ad esempio a Heidelberg o a Germersheim. Di nuovo mi butto giù perché penso "figurati, ci saranno millemila persone più brave di me che ci provano!". Cosa posso fare per avvicinarmi al mondo dell'interpretazione? Come fanno alla scuola interpreti? Non dico di imparare adesso, so bene che occorre una formazione specifica (io stessa rispetto moltissimo il grande lavoro che sta dietro questa professione). Ma sono curiosa e vorrei capire l'approccio. In pratica, come si inizia?
E poi, una volta formatisi come interpreti e traduttori, come si inizia a lavorare? Come si conquista il primo lavoro?

Una cosa l'ho capita: Occorrono passione e tenacia. Un po' di carica me l'avete data voi, e per questo vi ringrazio. Di nuovo, scusatemi per l'inconveniente.

Mariachiara
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Ludovicap
 
Angie Garbarino
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Oh bene! May 16, 2012

Me lo sentivo io... ben tornata, mi spiace solo non poterti dare consigli sull'interpretariato, non ne faccio praticamente più ormai, ma apprezzo molto il tuo approccio al settore e spero che tu possa trovare la tua strada.

In bocca al lupo!


 
Giulia Bassi
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rischio May 17, 2012

xxxMariachiaraG wrote:
C'è una cosa che un po' mi spaventa di questo mestiere... l'idea di lavorare in proprio. Diventare cioè manager di se stessi, anche economicamente! Cavolo, come si fa a imparare? E se ci si sbaglia? :S Mi sembra rischioso!

Mariachiara


Mariachiara,

è ovvio che è rischioso! Lavorare in proprio implica anche fare degli investimenti (dopo le opportune valutazioni), quindi spendere soldi di tasca propria con l'obiettivo di recuperarli e magari anche creare degli utili. Il traduttore/interprete che lavora in proprio si pone in questa logica, con tutto quello che ne consegue.

In bocca al lupo!

Giulia


 
Manuela Dal Castello
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OT: le tre x May 17, 2012

xxxMariachiaraG wrote:

Sono io, Amarena, la creatrice del post. Non so nemmeno io come ho fatto a cancellare il profilo, confermo quanto scritto da Prof. Angie. Mi dispiace molto se avete pensato che questa discussione non fosse importante, in realtà lo è moltissimo, eccome! Ho provato ad entrare con il profilo Amarena ma non sono riuscita, così ne ho creato un altro con il mio vero nome. Poco male, così potete chiamarmi senza quello stupido nick Di nuovo mi scuso, non volevo. Tengo molto al parere di voi professionisti. Eccomi, spero di non combinare altri guai



Mariachiara, vedo 3 x davanti al tuo nome e questo significa che hai cancellato il profilo. Se non lo hai fatto di proposito, forse dovresti chiedere all'assistenza del sito se ci sono problemi.


 
mariant
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Opportunità all'estero May 20, 2012

Cara Mariachiara,

un piccolo consiglio nell'ambito della tua esperienza universitaria: approfitta delle varie possibilità di studio/stage/tirocinio all'estero offerte dalla tua università, a partire dall'Erasmus e soprattutto dai tirocini.
Informati sulle sedi e sul tipo di progetto: ormai sono tantissime le possibilità di andare a dare uno sguardo (lungo diversi mesi!) in altre università oltre confine, così da farsi un'idea più precisa sia delle prospettive pratiche (u
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Cara Mariachiara,

un piccolo consiglio nell'ambito della tua esperienza universitaria: approfitta delle varie possibilità di studio/stage/tirocinio all'estero offerte dalla tua università, a partire dall'Erasmus e soprattutto dai tirocini.
Informati sulle sedi e sul tipo di progetto: ormai sono tantissime le possibilità di andare a dare uno sguardo (lungo diversi mesi!) in altre università oltre confine, così da farsi un'idea più precisa sia delle prospettive pratiche (un'università estera dove fare la specialistica più congeniale per te, magari con qualche borsa di studio...) sia delle proprie attitudini o aspirazioni professionali.

In bocca al lupo!

Maria Antonietta
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Timote Suladze
Timote Suladze  Identity Verified
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Aggiungo anch'io i miei "cinque copechi" May 26, 2012

Ho 33 anni, ho cambiato la professione 2 volte e non ho nessuna laurea in lingue straniere.
Ecco la mia storia in breve.

A 17 anni mi sono laureato in teoria musicale. Dopo aver terminato il collegio insegnavo solfeggio, storia della musica e canto, tutto insieme alle tre scuole diverse. Dopo un anno di lavoro così ho preso la prima decisione di cambiare la professione. Per voi, europei, quello che dirò adesso, sarà una cosa affatto incomprensibilie, ma laddove mi sono laur
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Ho 33 anni, ho cambiato la professione 2 volte e non ho nessuna laurea in lingue straniere.
Ecco la mia storia in breve.

A 17 anni mi sono laureato in teoria musicale. Dopo aver terminato il collegio insegnavo solfeggio, storia della musica e canto, tutto insieme alle tre scuole diverse. Dopo un anno di lavoro così ho preso la prima decisione di cambiare la professione. Per voi, europei, quello che dirò adesso, sarà una cosa affatto incomprensibilie, ma laddove mi sono laureato un insegnante di scuola (neolaureato) nel 1997 guadagnava al massimo 30-35 dollari statunitesi al mese. Quindi ero costretto di lavorare alle tre scuole contestualmente per arrivare almeno a 100 dollari al mese.

Sognavo di isrcivermi al Conservatorio di Mosca o di San Pietroburgo, ma per motivi economici sono costretto di rimanere nella mia città dove poi mi sono iscritto alla facoltà di giurisprudenza. Al quarto anno degli studi (il corso di laurea da noi comprende 5 anni) ho vinto il concorso organizzato dal vostro governo. E così ho ottenuto la borsa di studio per effettuare la ricerca scientica in Itala, dove sono andato fra un semestre, quando ero già al quinto anno.

Allora sono venuto in Italia a fare la ricerca nell'ambito di diritto presso "La Sapienza" e L'Associazione italiana per l'arbitrato. Per quanto riguarda la lungua l'ho cominciata a studiare ancora a 16 anni, quando ero studente del collegio musicale. Teoricamente avrei potuto cercare la possibilità di rimanere in Italia, ma sono dovuto di tornare a casa per laurearmi.

Appena mi sono laureato, lavoravo da consulente legale, poi ottenuto la licenza che mi permetteva di svolgere la prarica privata forense. Contestualmente mi occupavo delle traduzioni come traduttore freelancer. E non solo. Con i miei clienti italiani facevo tutte le trattative in italiano perché non avessero bisogna di un interprete, traducevo tutti i documenti necessari perché non avessero bisogna di un traduttore ecc.

Ma fra qualche anni ho lasciato anche questo lavoro. Per voi sarà strano il motivo di cambiare la professione la seconda volta, ma è così! L'ho fatto perché la legge non funzionava e i giudici erano totalmente dipendenti e motivati. Infatti non si poteva vincere nessuna causa contro lo Stato. Quando ho perso l'ultima mia causa in tribunale regionale, il giudice mi ha chiamato dopo quando tutti se ne sono andati via ed ha detto in modo molto sincero e amichevole che la nostra posizione è giusta e ragionevole, ma per lei, giudice, manca poco tempo per andare in pensione e non vuole creare alcuni problemi per se stessa. Mi ha dato un "buon consiglio" di non fare appello e quindi non far spendere inutilmente soldi del cliente perché la sua sentenza non sarà annullata in nessuno grado di giustizia. Dunque ho chiuso tutta la mia pratica forense ed ho traslocato a Mosca.

E adesso non faccio nient'altro che lavoro da traduttore e interprete.
Di conseguenza dietro le spalle ho una larga esperienza nell'ambito del diritto, del business, della musica, dell'arte nonché della religione Cristiana. Ho imparato e ogni giorno sto imparando di più anche la traduzione tecnica.

Tutto questo mi permette di lavorare praticamente in tutti i settoti: in cantiere, in fabbrica, in fiera, durante le trattative ecc.

Darò davvero un buon consiglio a Mariachiara: comincia a studiare russo! E' la lingua n. 1 per chi vuole guanagnare proprio bene visto quali rapporti commerciali esistono tra le due Paesi. Quanto si può teoricamente guadagnare a Mosca essendo una persona di madrelingua italiana con l'ottima conoscenza della lingua russa, te lo dico con il messaggio privato. Ma rendi conto, che qua da noi risiedono circa 27000 italiani.

[Modificato alle 2012-05-26 12:42 GMT]
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María José Iglesias
María José Iglesias  Identity Verified
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Abitare due pianeti diversi May 27, 2012

Ciao Timote,

ammiro sicuramente la tua determinazione e il tuo coraggio; ti sei dato moltissimo da fare per conquistare una posizione lavorativa su vari fronti e questa tua risolutezza ti ha consentito di guadagnarti da vivere. In pratica, non riuscendo a mantenerti con la musica, hai deciso di studiare giurisprudenza e all’ultimo anno sei venuto in Italia per 6 mesi per una borsa di studio. Dopo un semestre sei tornato nel tuo Paese per laurearti e, poco dopo, hai abbandonato la
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Ciao Timote,

ammiro sicuramente la tua determinazione e il tuo coraggio; ti sei dato moltissimo da fare per conquistare una posizione lavorativa su vari fronti e questa tua risolutezza ti ha consentito di guadagnarti da vivere. In pratica, non riuscendo a mantenerti con la musica, hai deciso di studiare giurisprudenza e all’ultimo anno sei venuto in Italia per 6 mesi per una borsa di studio. Dopo un semestre sei tornato nel tuo Paese per laurearti e, poco dopo, hai abbandonato la pratica forense per lavorare come traduttore e come interprete, seppur, da quello che osservo nel tuo curriculum vitae, in maniera un po’ occasionale, coniugando il lavoro di traduttore con molti altri in pochi anni e senza imparare in modo serio e approfondito le lingue.

Il tuo post mi ha lasciato un po’ perplessa perché sembra che tu abbia fatto una sorta di scelta di ripiego per un motivo esclusivamente economico.
L’impressione che mi ha fatto il tuo post è di uno che si è dato molto da fare ma anche di uno che si improvvisa qualsiasi cosa pur di guadagnarsi da vivere.

Intendiamoci, dalla tua storia mi colpisce non tanto che tu abbia deciso di cambiare varie volte professione; se finalmente hai trovato la tua strada, ben venga! Infatti hai studiato giurisprudenza e quello potrebbe essere una chance se deciderai poi di specializzarti nella traduzione legale. Ma non mi sembra scontato che la sola laurea in legge e i tuoi studi musicali siano sufficienti per lavorare come traduttore in tutti i campi, secondo quanto hai affermato.

Dal tuo profilo apprendo che lavori in:
Architettura, Vino/Enologia/Viticoltura,Viaggi e Turismo, Legale, Tasse e Dogane, Navi, Navigazione a vela, Marittimo, Altro, Gestione aziendale, Assicurazioni/Governo/Politica, Finanza (generale), Istruzione/Pedagogia, Economia, Cucina/Arte culinaria, Industria edilizia/Ingegneria civile, Arte, Arti applicate, Pittura, Certificati, Diplomi, Licenze, CV
.
Hai detto anche qui che oltre a questi ti stai anche buttando nella traduzione tecnica e che hai accumulato esperienza in altri campi come il business, quello delle fabbriche, delle fiere e persino della “religione cristiana”. Traduci anche teologia?


Un’altra cosa che ha richiamato fortemente la mia attenzione è il fatto che, disposto a fare tutto e di più, lavori anche verso l’italiano, come traduttore e anche come interprete, nonostante il tuo livello scritto di questa lingua sia, a mio modesto parere, ancora un po’ lontano dal livello richiesto nel mercato delle traduzioni professionali.
Ti faccio una domanda: hai scelto questa professione per soli motivi economici? Come hai pensato di formarti come traduttore e come interprete? (questa è la vera domanda che sottostava alla conversazione di questo thread).

E adesso non faccio nient'altro che lavoro da traduttore e interprete.
Di conseguenza dietro le spalle ho una larga esperienza nell'ambito del diritto, del business, della musica, dell'arte nonché della religione Cristiana. Ho imparato e ogni giorno sto imparando di più anche la traduzione tecnica.
Tutto questo mi permette di lavorare praticamente in tutti i settori: in cantiere, in fabbrica, in fiera, durante le trattative ecc.


Un periodo semestrale all’estero e una laurea in giurisprudenza non mi sembra sufficiente per consentire a chiunque di lavorare (bene) in tutti gli ambiti specialistici. Non ti fa paura questo?

Mi stupisce che pur non avendo approfondito le lingue di lavoro in modo serio tu ti sia conquistato un posto nel mercato delle traduzioni professionali e dell’interpretariato.
Oltre alla formazione, anche la predisposizione naturale è fondamentale. Ma di questo non hai parlato.

In pratica, il tuo ragionamento, che voleva essere una risposta a Maria Chiara, mi è risuonato così: "lascia perdere la formazione, tanto se stai 6 mesi all’estero e scegli una lingua che ti porta poca concorrenza (non importa se ti piace o meno) potrai guadagnare molto, ma ti dico in privato quanto”. Lei parlava invece di FORMAZIONE specifica, di imparare a fare l’interprete, di come migliorare le sue capacità linguistiche e tecniche. Mi è sembrato di abitare per un attimo due pianeti completamente diversi.

Questo tipo di approccio mi sorprende e mi confonde.
Ho fatto molta fatica a leggere il tuo post, può darsi che sia un limite mio.



[Modificato alle 2012-05-27 11:51 GMT]
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Simona R
Simona R
Germany
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Non un tuo limite May 27, 2012

María José Iglesias wrote:

Ho fatto molta fatica a leggere il tuo post, può darsi che sia un limite mio.



[Modificato alle 2012-05-27 09:37 GMT]


No María José,

non è un limite solo tuo: anch'io ho fatto un po' fatica a seguire quanto scritto dal collega.

Quanto al tuo intervento: nulla da aggiungere, nulla da togliere. È quello che avrei scritto io se avessi trovato il tempo di farlo.

Buona domenica!

S.


 
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