Jan 16, 2014 09:00
10 yrs ago
French term
impact des diffuseurs
French to Italian
Tech/Engineering
Energy / Power Generation
Si parla di un impianto di stoccaggio dell'energia/accumulo termico.
L’outil détermine l’impact des choix technique et met à disposition différents indicateurs. Il permet ainsi de déterminer les caractéristiques que devra avoir le ballon pour une efficacité optimale : volume, isolation et principe de diffusion de l’eau en son sein (ce dernier point, essentiel, est aussi appelé « impact des diffuseurs »).
Mi chiedo in particolare come rendere "diffuseurs" in questa espressione. La scelta poi ha ripercussioni anche sulla resa dell'espressione precedente "diffusion de l'eau", per cui, in prima battuta, avevo pensato a "distribuzione dell'acqua".Questa scelta, per coerenza, mi porterebbe a optare per "impatto dei distributori"...
L’outil détermine l’impact des choix technique et met à disposition différents indicateurs. Il permet ainsi de déterminer les caractéristiques que devra avoir le ballon pour une efficacité optimale : volume, isolation et principe de diffusion de l’eau en son sein (ce dernier point, essentiel, est aussi appelé « impact des diffuseurs »).
Mi chiedo in particolare come rendere "diffuseurs" in questa espressione. La scelta poi ha ripercussioni anche sulla resa dell'espressione precedente "diffusion de l'eau", per cui, in prima battuta, avevo pensato a "distribuzione dell'acqua".Questa scelta, per coerenza, mi porterebbe a optare per "impatto dei distributori"...
Proposed translations
(Italian)
4 +1 | impatto dei distributori | Sara Caltavituro (X) |
2 | impatto degli erogatori | Bruno .. |
Proposed translations
+1
4 hrs
Selected
impatto dei distributori
Sì, è sicuramento più appropriato dire distributori, e utilizzare la medesima radice per dire distribuzione dell'acqua.
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29 mins
impatto degli erogatori
http://www.a2c.it/Progettazione/impianti-geotermici-a-sonde-...
i terminali di erogazione del calore all'utenza: oltre all'utilizzo dell'acqua calda sanitaria (in cucina e bagno) è possibile utilizzare il fluido termovettore per erogare energia sia per raffrescamento, sia per il riscaldamento dell'edificio. Dato che l'entalpia dell'impianto è bassa, nella scelta degli erogatori di calore è consigliabile utilizzare dei terminali con una bassa inerzia termica ovvero che presentano un range di funzionamento massimo di 45°C; ideale, ad esempio, è l'abbinamento ad un impianto di distribuzione a pannelli radianti, posti nel pavimento o nel soffitto, oppure è possibile sciegliere dei particolari modelli di ventilconvettori, adatti a lavorare a regimi di bassa entalpia. Per quanto riguarda gli impianti radianti a pavimento, secondo la norma UNI EN 1264, il sistema viene realizzato annegando dei tubi in uno strato di supporto ed inserendo un isolante sopra la soletta portante del pavimento; il materiale più diffuso per questa tipologia di impianto è il polistirene espanso (EPS) in lastre, ma sono presenti sul mercato anche soluzioni in fibra di legno, sughero e poliuretano (PU). Al di sopra dell'isolante vengono solitamente annegate le tubazioni, costituendo il "massetto", generalmente realizzato in calcestruzzo. Infine, tale strato è ricoperto dal rivestimento finale (piastrelle, parquet), secondo le volontà estetiche del committente. Le tubazioni, previste dalla norma UNI EN 1264 per impianti radianti a pavimento ad acqua, sono di polietilene reticolato (PE-X), polibutilene (PB), polipropilene (PP), rame (CU). Il passo di posa è variabile (standard è di 10 cm), ed è l'elemento di flessibilità nella progettazione dell'impianto; esso può variare all'interno dello stesso locale,i infittendo i passi laddove è necessaria una maggiore emissione termica (ad esempio vicino le pareti esterne). Le tubazioni in PE-X, sono le più comuni essendo flessibili e leggere; esse devono essere dotate di uno strato barriera all'ossigeno, per proteggere l'impianto dalla corrosione. La soluzione del rame, caratterizzata da un'alta conduttività termica, permette una grande efficienza altrimenti e dei passi più ampi (in genere 20–25 cm, rispetto ai 10 cm del PE-X), presenta una dilatazione termica più simile a quella del massetto in cui è immerso, ma è solitamente scartata per motivi economici.
http://www.nupigeco.com/it/news-eventi/progetti?start=10
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